Il giornale “La Cultura” N°14, 14 - 20 aprile del 2005

 

PATTO DI ROERICH

 

NEL FONDO STESSO SONO

LA BELLEZZA E LE COGNIZIONI

 

 

Ludmila Sciaposhnikova

Primo vice presidente del Centro Internazionale dei Roerichs,

      Direttore generale del Museo Nicolai Roerich

 

Che cos’è la Cultura ? Anche fra le persone ben colte ci sono poche che potranno dare una risposta a questa domanda. Però la risposta può non essere abbastanza profonda e universale. Nicolai Roerich, gran pittore, eminente scienziato, famoso viaggiatore e personalità pubblica rimarchevole l’ha definita così: “La Cultura è il rispetto della Luce, la Cultura è l’amore per l’uomo. La Cultura è una fragranza, l’unione della vita e della Bellezza. La Cultura è la sintesi dei progressi inalzati e squisiti. La Cultura è le armi della Luce. La Cultura è la salvezza. La Cultura è il motore. La Cultura è il cuore. Se uniremo tutte le definizioni della Cultura, troveremo la sintesi del beneficio efficiente, il focolare dell’istruzione e della Bellezza creativa”.

Questo frammento testimonia che esiste un altro modo di considerare la Cultura, si tratta del suo legame con lo stato più alto della materia e con le sue dimensioni. Questa connessione che attraversa il mondo interiore della persona, condiziona una creazione  vera nello spazio della Cultura, una tale creazione, la quale ha, senza nessun dubbio, un carattere di evoluzione. Un ruolo evoluzionario della cultura è stato segnato da molti grandi filosofi del Secolo d’Argento  e prima di tutto da N.Berdiaev, il cui scrive  che la cultura è una via spirituale dell’uomo nuovo senza la quale è impossibile il suo perfezionamento, la dilatazione della sua coscienza  e il raggiungimento del livello più alto dell’evoluzione Cosmica. Il livello di cultura della persona, del popolo, del paese decide  in fin dei conti il loro destino evoluzionario, determina il loro posto nei processi di perfezionamento della loro vita. Nell’Etica Vivente, filosofia della realtà Cosmica, creata da Nicolai e Elena Roerichs in collaborazione con un gruppo anonimo di Maestri, è stato provato in modo interamente convincente che proprio la Cultura è uno dei fondamenti importantissimi dell’evoluzione dell’umanità. Questa idea è la note dominante di tutta l’opera artistica e filosofica di Nicolai Roerich. Lui tentava a mettere l’imbroglio dei pareri esistenti nello spazio della Cultura almeno  in un ordine elementare. Questo imbroglio non era assolutamente inocuo  e finiva con la diminuzione della Cultura stessa; era il fatto che determinava le grandissime crisi nella vita di tutta una serie di paesi e popoli.

La Cultura e la civilizzazione si confondevano abbastanza spesso, il fatto che si può osservare anche oggi. Una nozione  veniva sostituita con un’altra. “Si deve ripetere significativamente cosa vogliono dire la Cultura e la civilizzazione, - scrive Nicolai Roerich. Con una grande sorpresa è da notare: queste nozioni, che sembrassero così finì con i loro radici, sono state interpretate in diversi modi ed insinuate. Ad esempio, finora molte persone ritengono possibile sostituire la parola “cultura” con la civilazzazione. Con questo si perde completamente di vista che la radice latina “cult” ha un significato spirituale molto profondo, però quella della parola “civilizzazione” significa una struttura civile e sociale della vita”.

Se la Cultura è lo spirito dell’attività creativa dell’uomo, la civilizzazione o simplicemente l’organizzazione della vita umana in tutti i suoi aspetti materiali e civili è la materia di questa azione. Tutti i due tipi dell’attività, a prima vista ben legati tra di essi, hanno delle diverse fonti dell’apparizione, un diverso contenuto e una diversa destinazione. Un tentativo di identificare la Cultura e la civilizzazione porta alla confusione delle nozioni essenziali, alla sottovalutazione del fattore spirituale nella storia dell’umanità. La sostituzione di una nozione con un’altra, che succede spesso, dà la possibilità di imporre le funzioni improprie alla Cultura, e di attribuirsi alla civilizzazione ciò che non era affatto caratteristico per quell’ultima.

 

Il campo della Cultura include le manifestazioni dello spirito umano, che hanno un carattere naturale come se venissero dal fondo misterioso dell’uomo. La canzone, la musica, l’arte di pittura in tutte le sue manifestazioni, diversi culti, la poesia e molte altre cose sono venute al mondo insieme all’uomo, crescevano e sviluppavano simultaneamente con la sua coscienza. A differenza di civilizzazione  la cultura è un sistema autoorganizzante dello spirito che agisce in conformità al livello e alla qualità dell’energetica di questo spirito. In altri termini l’autoorganizzazione  dello spirito è la forma dell’esistenza della Cultura. “La Cultura si basa sulla Bellezza e sulle Cognizioni. Cresce prendendo la coscienza della benedizione dell’Ierarchia della Luce. Ciò vuol dire che alla comprensione meccanica bisogna aggiungere il fuoco del cuore. In questo consisterà la prima differenza della Cultura dalla civilizzazione”,-scriveva Nicolai Roerich.

 

Chiamando la Cultura un “Bel Giardino”, Roerich ci mette al primo posto la Bellezza come legge energetica dell’armonia dello spirito. “La comprensione della Bellezza salverà il mondo” ripetò le parole di Dostoevskij con un piccolo emendamento. Questa formula contiene praticamente tutto il senso dell’evoluzione Cosmica, che va dal caos all’ordine, dal semplice al complicato, dal sistema elementare alla Bellezza. La Bellezza come categoria dello Spirito assotiglia la materia della vita e l’energetica dell’uomo. La Cultura come tale non esiste senza un atto creativo, perché  proprio la creazione è l’anima energetica  senza cui il sistema autoorganizzante dello spirito non può andar avanti dal semplice al complicato, dallo stato consistente a quello fine. Per il tramite dell’atto creativo l’uomo terrestre fa il parentado con  il Dio Creatore. È la creazione che gli indica una via fra gli stelli negli spazi del Cosmo.

La civilizzazione, come è stato già detto, è la sistemazione della vita, l’organizzazione della sua materia consistente. Nella storia dell’umanità dei diversi tipi di civilizzazioni sorgevano e si componevano. Il loro carattere veniva determinato prima di tutto dal livello dell’azione reciproca con la Cultura, poiché la civilizzazione stessa nasce nel campo energetico della Cultura. Questo processo non è stato ancora studiato come non è stato inteso il carattere della Cultura stessa. Si può solo dire che in molti casi le prime civilizzazioni venivano create e sviluppate insieme alla Cultura essendo in una azione reciproca attiva con l’ultima. In origine la civilizzazione era una specie d’incastonatura per la pietra preziosa della Cultura e la corrispondenza della montatura alla pietra o il grado della loro armonia definiva la qualità di uno o l’altro periodo della storia umana, la sua spiritualità e il suo livello culturale. A volte l’incastonatura era usata, disgregava a causa di varie circostanze e allora la pietra stessa si trovava  nell’impero degli elementi abbastanza spesso destruttivi. Qualche volta la civilizzazione si allontanava dalla Cultura o si avvicinava verso essa però durante gli ultimi duemila anni ed anche prima, non era mai separata. La separazione completa della civilizzazione  dalla Cultura è la particolarità del Novecento, secolo che si trovava alla soglia dei nuovi cambiamenti evoluzionari nella vita della pianeta.

Nel Novecento la civilizzazione di macchine e di tecnogene non ha più bisogno di filosofia, di arte vera e di religione nel senso reale di questa parola. La Cultura si sostituisce con l’indistria dei divertimenti alla base di cui apparisce la “mass-cultura” richiamata per servire la materia della società e non per nutrire il suo spirito. Quando diciamo che l’umanità si trova in un vicolo cieco inondando la pianeta con le macchine, sottomettendo l’uomo a questa macchina, facendo un danno irreparabile alla natura della Terra e correspettivamente all’uomo stesso, dobbiamo capire la ragione  di tutto questo. La causa consiste in divergenza fra la Cultura e la civilizzazione, in diminuzione della Cultura e in esaltazione della civilizzazione materiale. Una volta a causa di una serie di ragioni concretti era stato trasgredito l’equilibrio che teneva la pianeta come due ale. Ci si era spostato e tutto era uscito fuor di strada. Non era stata scelta  la via di evoluzione che veniva regolata dalle Grandi Leggi del Cosmo, ma quella piena di fosse e di polvere che portava in un vicolo cieco e minacciava con le catastrofi energetiche. Solo la sintesi può portare il sistema   la ”cultura –  civilizzazione”  nello stato che sarà conforme alla linea principale dell’evoluzione Cosmica. Questa sintesi, come afferma N.Roerich, cambierà il senso della civilizzazione, la riempirà con lo spirito e trasformerà la Cultura e la civilizzazione in un  fenomeno intero che agirà ad un nuovo livello di qualità più alto rispetto alla prima variante. “Una sintesi beneficente, - scrive Nicolai Roerich , - aiuterà a mettere in uso le nozioni alte risananti ed insegnerà a far entrare molte cose, le quali ancora ieri sembravano  una sciocca astrazione o una goffaggine inimpiegabile, o semplicemente ridicole dal punto di vista delle abitudine convenzionali, delle pregiudizi e superstizioni.

Una proprietà eccellente distingueva Nicolai Roerich . Il suo pensiero filosoficamente profonda passava sempre in azione. Quando aveva preso coscienza dell’importanza evoluzionaria della Cultura come base di questa evoluzione, capitò che bisognava non solo sviluppare la Cultura come fondamento dell’Evoluzione Cosmica dell’Umanità, ma era indispensabile anche proteggerla. Nel Novecento la situazione intorno alla Cultura non era buona. La prima e la seconda guerre mondiali, le revoluzioni e la negligenza della Cultura in tempo di pace – tutto questo portava ai processi destruttivi nello spazio di Cultura, il fatto che senza nessun dubbio rallentava il suo sviluppo e nello stesso tempo influiva molto negativamente l’evoluzione di tutta l’umanità. Durante  i confronti militari si rovinavano catedrali, biblioteche, gallerie e  altri oggetti inestimabili della Cultura. Nicolai Roerich  aveva ragione nel suo presentimento e non solo in quello, ma nella sua azione globale che fece alcuni anni prima dell’inizio della Seconda guerra mondiale. Il Patto di Roerich per la protezione dei valori culturali durante la guerra e in tempo di pace fu famosissimo in tutto il mondo. Nicolai Roerich riteneva che questo patto obbligava non solo gli stati i quali l’avevano firmato, ma tutta l’opinione pubblica della pianeta. Il Patto di Roerich aveva un carattere ampio ed era contato in certa misura sul movimento globale  per la protezione della Cultura. “Non saremo stanchi di ripetere, - scriveva N.Roerich, - che oltre al riconoscimento statale  ci vuole anche la partecipazione attiva dell’opinione  pubblica. I valori culturali abbelliscono e rialzano tutta la vita dalle cose piccole a quelle grandi. Perciò tutti devono aver cura attiva di questi valori”. Un’attenzione particolare fu prestata da lui all’attività tra il popolo russo che possedeva di un ricco passato culturale, però quel passato veniva distrutto insensatamente e insensibilmente dalle autorità negli anni trenta del Novecento. Roerich protestava contro la distruzione dei tempii nell’URSS. La demolizione della catedrale del Cristo Salvatore a Mosca  gli provocò una reazione negativissima. “Possenti ! Parlate decisamente e con fermezza, dite che le demolizioni simili siano inammissibili <...> Possenti! Parlate ad alta voce, dite ancora una volta che la distruzione  dei valori culturali sia inammissibile e inchioderà il distruttore per sempre alla colonna infame”. Ma le  autorità della sua Patria tacevano senza prestar attenzione né ai suoi appelli, né al Patto Internazionale per la protezione dei valori culturali che si rifiutarono di firmare. Anche Elena Roerich, filosofo eminente e personalità pubblica lo ripeteva più volte. Scriveva di un’epoca nuova, in cui la Cultura avrebbe occupato un posto dominante, indicava la necessità di proteggerla lì, dove era non solo trasgredita, ma anche rovinata. L’appello scritto da Elena Roerich nel 1931, rimane attuale anche oggi. Molto tempo fa  furono stati sostituiti i possenti in Russia. Molte cose sono state cambiate negli ultimi anni. Tuttavia il senso della Cultura si capisce male lo stesso, si continua di fare le azioni che portano danno alla Cultura e il problema della protezione della Cultura è sempre attuale. Il Patto di Roerich rimane non solo un documento d’attualità, ma prende un carattere più acuto e la decisione va presa a livello dei “possenti” e a livello dell’opinione pubblica stessa.

La Bandiera della Pace è diventata simbolo del Patto di Roerich e porta in se non solo l’idea della protezione della Cultura, ma il carattere evoluzionario di questa Cultura. La Bandiera della Pace, segno internazionale dell’evoluzione è appesa in tutto il mondo lì, dove la Cultura viene proteggiata. “Sarà tempo, quando la Bandiera della Pace, la Bandiera della Cultura, - scriveva Elena Roerich, - coprirà tutto il mondo.” Però questo processo non è facile. Non tutti lo prendono come  simbolo della Cultura e dell’Evoluzione Cosmica. Dal 1995 nella Duma Statale era appesa questa Bandiera. Quest’anno è stata tolta per suggerimento di un deputato semicolto e ignorante. Così la Duma come si allontanasse dalla grande causa di protezione della Cultura, base importantissima dell’Evoluzione Cosmica.

 

Il 15 aprile del 1935 quando il Patto di Roerich per la protezione della Cultura fu firmato dai capi di una serie di Stati, Nicolai Roerich rammentò ancora una volta a tutti l’importanza e  l’essenza evoluzionaria della Bandiera della Pace, simbolo di questo Patto. “Che la Bandiera sventi sui focolari della Luce, sui santuari e sulle cittadelle del Bello. Che sventi al di sopra di tutti i deserti e recessi solitari della Bellezza, affinché i deserti fioriscano da questo germe. La Bandiera è stata issata. Nello spirito e nel cuore non sarà abbassata. La Bandiera della Cultura fiorirà come un fuoco lucido del cuore. Che ci sia!”

 

“Che ci sia!” – ripetiamo anche noi insieme al nostro gran compatriota, che ha portato sulla nostra pianeta le cognizioni, così necessarie per noi, inerenti alla Cultura e all’Evoluzione Cosmica.

                                                             

Il giornale “La Cultura” N°14, 14 - 20 aprile del 2005


 


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