Il giornale “Novie isvestia”, 2 novembre 2005

 

UNA BUGIA A GAMBE LUNGHE

A che scopo ha bisogno il signor Scividkoi del patrimonio dei Roerichs ?

  

LUDMILA SCIAPOSHNIKOVA, direttore generale del Museo Nicolai Roerich, vice presidente del Centro Internazionale dei Roerichs, maestra benemerita dell’arte della Federazione della Russia

 

La tenuta dei Lopuhins a Mosca prima di effettuare i lavori di restauro (inizio anni novanta del Novecento)...
La tenuta dei Lopuhins a Mosca prima di effettuare i lavori di restauro (inizio anni novanta del Novecento)...

Domani avrà luogo il tribunale. È già difficile tenerne il conto. I tribunali abbelliscono la nostra via come si imbandierano  le processioni politiche e religiose. Non appartenevamo né ai primi, né ai secondi, ma  i tribunali, a cui partecipavamo, avevano la parte avversa molto specifica, che la maggior parte delle volte rappresentava lo Stato. Noi rappresentavamo il Museo nongovernativo Nicolai Roerich e il Centro Internazionale dei Roerichs. Potete domandare: che cosa  ha fatto questa struttura culturale che doveva avere un processo con lo Stato stesso? Si può fare una domanda in un altro modo: сhe cosa  è successo nello Stato, perché ha attaccato questo istituto culturale ?

 

Vien da ridere e da piangere

 

Preferisco non spiegare dettagliatamente, cosa è successo con lo Stato quando era rovinato un gran paese  multinazionale. In questo processo tragico una tendenza è stata rivelata ed era impossibile non accorgersene. Consisteva nel trascinamento in diverse parti e nel rubamento della proprietà statale e delle finanze statali dagli alti funzionari di Stato e dai loro alleati permanenti e provvisori. Non solo i funzionari se ne occupavano, ma i personaggi ufficiali di tutti  i livelli e ranghi. Se ne occupavano impertinentemente, in pubblico e sfacciatamente.

Non posso tenermi da raccontare una scena di quell’epoca che è scolpita nella mia memoria per tutta la vita. Camminando lungo via Kropotkinskaia passavo la palazzina, dove si trovava il comitato rionale del partito. La mia attenzione è stata attirata dalle persone che correvano dentro e fuori. Di là rubavano delle macchine da scrivere, apparecchi telefonici, pacchetti di carta,  scatoli in cui, può darsi, c’era qualcosa e molte altre cose, che potevano essere portate in mano.  Un certo momento un movimento  disordinato si è trasformato in una processione senza precedenza. Era coronata da un aziano con una corda sul collo, su cui erano infilati  i rotoli di carta igenica, come una volta in Russia in mercato i venditori infilavano le ciambelle. Malgrado l’amarezza e la vergogna dell’accaduto il pubblico, che lo osservava, si è messo a ridere prima piano, poi più forte e finalmente tutta la strada si è scopiata in riso.

Qualche tempo dopo un affare mi è portato nel Museo Marx e Enghels in via  Znamenka.  Ero sbalordita da ciò, che ho visto. Nelle sale di museo sono stati strappati i pannelli cari di rivestimento, è stato tolto il  parquet  e non si  poteva  camminare che sulle traverse di appoggio. Il rivestimento di marmo dei camini è stato sparito, al posto delle maniglie antiche di rame sono stati rimasti solo i buchi. Nel bel mezzo di una sala rovinata c’era un water rotto.

Giusto poco prima di questo tempo lamentevole Svetoslav Roerich aveva trasmesso al Fondo Sovietico dei Roerichs ( in seguito il Centro Internazionale dei Roerichs, dopo aver cambiato denominazione) il patrimonio inestimabile dei suoi genitori Nicolai e Elena Roerich, che comprendeva delle centinaie di quadri, un grand’ archivio, una biblioteca preziosa,  le rarissime relique. Tutto questo doveva diventare la base del Museo Nicolai Roerich. Durante i saccheggi, un’inflazione mostruosa e l’anarchia, quando crollavano e sparivano le organizzazioni e  gli stabilimenti che sembravano sicuri, abbiamo conservato intero il Fondo dei Roerichs e tutto che comprendeva. Quando la dilapidazione e il  rubamento si erano placati, almeno in apparenza, il Ministero della Cultura e un nuovo governo hanno prestato  attenzione al Centro Internazionale dei Roerichs (in seguito CIR), di cui i fondi contenevano il patrimonio dei Roerichs che costava i millioni di dollari. Appunto in quel momento hanno passato all’offensiva contro il CIR.

Nel mese di gennaio del 1993 Svetoslav Roerich è morto. Questo fatto ha facilitato molte cose agli alti funzionari ed al Ministero della cultura. In ottobre del 1993 a causa di diverse macchinazioni ed equilibrismo di diritto è stato preparato il decreto del governo. In conformità di questo decreto la tenuta dei Lopuhins, presentata al CIR dal Mossovet precedente, doveva essere tolta e passava al Museo dell’Oriente. Lì  doveva essere creato il Museo Statale Nicolai Roerich, contro il desiderio del donatore defunto, che  pregava di fare un Museo nongovernativo. Al decreto erano allegate delle ordinazioni segrete, secondo le quali il patrimonio dei Roerichs trasmesso al CIR passava allo stato. La situazione si è creata in tal modo, che la prima persona, con cui eravamo in processo, è stato il primo ministro della FR V.Cernomirdin, che ha firmato questo decreto illegale. Abbiamo guadagnato il processo in tre istanze dell’Arbitrato Supremo.

Ma più successo aveva il nostro lavoro, più popolare diventava il Museo non-governativo, più si stringeva intorno a noi il cerchio dei funzionari statali, in cui i ministri della cultura non erano gli ultimi. La cosa andava sensibilmente complicandosi ancora per una circostanza. Benché negli anni 1993-1995 il campo di diritto non fosse perfetto né teoricamente,  né praticamente, verso la fine degli anni novanta  e all’inizio del XXI si è messo a diminuirsi come pelle di zigrino. Preferisco non andare in dettagli dei processi, che abbiamo avuti negli ultimi tempi. L’assenza del campo vero di diritto ci impediva di difendere la nostra posizione. Sotto il ministro della cultura M.Scividkoi a causa  di una serie di ragioni è rivenuta l’idea di confiscare il patrimonio dei Roerichs dal CIR e dal Museo N.Roerich, che lavorava già con successo. Per di più i quadri dei Roerichs che vendevano all’incanto all’estero, divenivano sempre più cari e questo stimolava un bravo ministro. Quanto a noi, tentavamo a conservare questa eredità per la Russia e difenderla contro il saccheggio.

 

E le autorità serbavano il silenzio

 

Ricorrevamo molte volte per l’aiuto in alte istanze ed anche al Presidente V.Putin, ma ciò non è portato a niente. In risposta le autorità serbavano il silenzio. Capivamo bene che non potevamo sperare a nessuno e abbiamo fatto una serie dei passi per difendere il Museo, in cui si trovava il patrimonio.

In estate del 2002 il CIR ricorre alla giustizia e presenta al tribunale di distretto Hamovniky la domanda, in cui prega di confermare la sua immissione in possesso del patrimonio trasmesso da Svetoslav Roerich in conformità della sua disposizione testamentaria. Esiste la procedura che conferma una tale o un’altra azione, avvenimento, fatto sulla base di certi documenti e testimonianze. Il 6 agosto dello stesso anno il tribunale rionale di Hamovniky, da cui è stata esaminata l’istanza del CIR, ha preso la decisione di costatare il fatto, che quell’ultimo aveva ereditato il lascito. Questa decisione ha provocato una reazione  per noi inattesa di M.Scividkoi, ex ministro della cultura. Lui ed i suoi assistenti cominciano a correre dapertutto, a ricorrere per via gerarchica cercando “la giustizia”, come dicevano.

In che cosa consisteva questa giudizia? “Prego, - scriveva il ministro, - di infermare la decisione del  tribunale di distretto Hamovniky della città di Mosca del 6 agosto e respingere la domanda del Centro Internazionale dei Roerichs.” Il ministro non l’ha ottenuto subito. A livello di organi giuridici rionali  la sua istanza è stata respinta. Però in inverno del 2003 è stata accolta dal Presidium della Corte della città di Mosca. La signora Egorova, piuttosto conosciuta per una serie di pubblicazioni, era Presidente di questa Corte. Giusto da queste pubblicazioni l’opinione pubblica  è venuta a sapere  la situazione di conflitto, in cui un ruolo importante aveva la signora Presidente stessa. Analizzando la decisione del tribunale di distretto Hamovniky del 06.08.02, sig.Scividkoi scriveva nella sua querela d’ispezione: “La decisione menzionata tocca gli interessi del Ministro della cultura della FR come rappresentante del proprietario dei beni federali statali che fanno parte del Fondo dei Musei della FR. Il Ministro della cultura ritiene che questa decisione non sia giusta e deve essere infermata...”

Ricorrendo per la casuistica nongiuridica di ogni genere, senza  presentare nessun documento come prova della sua affermazione, nella sua querela sig.Scividkoi ha creato la concezione contrassegnata dalla bugia evidente. Né il Ministero della cultura, né il suo ministro come rappresentante “del proprietario dei beni federali statali che fanno parte del Fondo dei Musei della FR”, come pure la Federazione della Russia stessa non erano mai e non sono oggi proprietari né del patrimonio  intero dei Roerichs, che appartiene al CIR, né di qualche sua parte. Ora parliamo di quella parte che si trovava già in Russia, quando il patrimonio è stato trasmesso al CIR. Ecco la sua storia in breve.

 

e dopo la restaurazione eseguita dal Centro Internazionale dei Roerichs
e dopo la restaurazione eseguita dal Centro Internazionale dei Roerichs

Una collezione appropriata

 

Nel 1974, nei giorni di centenario del grande pittore russo Nicolai Roerich, suo figlio minore Svetoslav porta la collezione  di quadri di suo padre ed i suoi dall’India nell’URSS per le personale di giubileo. Questa collezione che si trovava per lungo nell’URSS su ordinazione di Svetoslav Roerich, era sotto tutela del Ministero della cultura. Nel 1990, quando S.Roerich trasmetteva il patrimonio dei suoi genitori al esistente oggi Centro Internazionale dei Roerichs, nella lista della sua disposizione testamoniaria ha incluso anche questa collezione che continuava ad essere sotto tutela del Ministero della cultura. Il 19 marzo del 1990 il termine del periodo tutorio è scaduto. Ma i funzionari del gran paese che era all’ultimo respiro, non riconoscevano questo fatto. La collezione si trovava nel Museo dell’Oriente “in deposito provvisorio”. Nessuni tentativi, fatti dal CIR, non hanno portati alla restituzione di questa collezione al proprietario legale. In aprile del 1992 Svetoslav Roerich manda una lettera al Presidente della FR B.Elzin e prega di aiutare a trasmetterla al CIR. Però anche questo non ci ha aiutato. I ministri della cultura che si succedevano, si tenevano ostinatamente alla collezione. Li abbiamo visitati, ma ciò non ha portato a niente. Veniva la sensazione che i funzionari, dopo aver dilapidato la proprietà Statale, si sono messi a quella pubblica. Purtroppo, questa sensazione non passa finora.

L’ultimo ministro della cultura da cui sono stati accolti i rappresentanti del CIR in autunno del 1999, era V.Egorov.

Il ministro ha spiegato, alzando la voce e somigliando poco la persona ben educata, la quale sa trattare i visitatori, che la collezione dei Roerichs era stata inclusa nella parte statale del Fondo dei Musei della FR. Abbiamo chiesto di farci vedere i documenti adeguati. Una signora del Ministero  della cultura, che assisteva all’incontro, si è messa a frugare nella sua  cartella. La ricerca non ha dato nessun risultato. Un po’ confusa, lei ha detto, che i documenti non c’erano. Preso dallo stupore, il signor Egorov ci ha annunciato, che la nostra visita era finita e ci ha chiesto di andarsene. Alla fine di settembre il CIR ha ricevuto l’ordine del Ministro Nº633 del 13.09.1999, in cui si diceva, che la collezione di quadri dei Roerichs era stata inclusa nella parte statale del Fondo dei Musei e che questo fatto era conforme alla legge. Oltre a ciò  abbiamo appreso ancora una serie di circostanze, di cui il CIR non è stato informato dal Ministero della cultura.

Risulta che subito dopo la morte di Svetoslav Roerich nel mese di gennaio del 1993, già  in febbraio di quell’anno il direttore del Museo dell’Oriente V.Nabatcikov ha fatto passare la collezione, che si trovava in “deposito provvisorio”, in quello permanente. L’ha fatto su ordine di lui stesso e su decisione della sua commissione di Fondo. Non parliamo del fatto che tutti questi documenti non sono validi senza l’ordine del ministro della cultura ( anche se quest’ordine è stato emanato nel 1999), sono trascurabili giuridicamente anche perché il termine della loro validità era illegale. Nabatcikov poteva cominciare ad appropriarsi (o non appropriarsi) la collezione dei Roerichs, che non gli apparteneva affatto, solo 6 mesi e non quindici giorni dopo, come tutto questo è stato fatto. Naturalmente il Fondo dei Musei non poteva registrare questa collezione basando sui documenti simili. Ciò è stato confirmato nella lettera del 09.11.2004 dalla signora A.Kolupaeva, capo del servizio amministrativo per il retaggio culturale, istruzione artistica e scienza del FAKK, di cui dirigente resta l’ex ministro della cultura M.Scividkoi dopo una riforma amministrativa strana. “L’informazione sugli oggetti di museo e sulle collezioni di museo, che appartengono al Museo Statale dell’Oriente, - scriveva A.Kolupaeva in risposta alla richiesta del nostro avvocato, - non è stata inclusa nel Catalogo Statale del Fondo dei Musei della Federazione della Russia, il quale viene formato e viene tenuto dall’Agenzia Federale su cultura e cinema”. In seguito vanno le ragioni tecniche che spiegano, perché  questo non è successo.

Il fatto che gli oggetti e le collezioni del Museo dell’Oriente non sono stati inseriti nel Catalogo Statale della FR, non influerà  affatto sul contenuto di tutto il Museo, ne sono sicura. Per quanto riguarda la collezione di Nicolai e Svetoslav Roerichs che appartiene al CIR, è un’altra cosa. Voglio citare la conclusione dell’avvocato Repnikov presentato da lui contro la querela d’ispezione di Scividkoi: “ Nella querela d’ispezione il Ministero della cultura si riferisce a ciò, che la decisione del Tribunale rionale di Hamovniky ha toccato i suoi interessi come quelli del rappresentante del proprietario dei beni federali statali che fanno parte del fondo dei Musei della FR. Però, violando gli statuti del paragrafo 56 del GPK (codice procedurale civile) della FR, il Ministero della Cultura della FR non ha presentato come prova  né documenti sul diritto di proprietà a questi beni, né quelli di conferma che erano inclusi nella parte statale del Fondo dei Musei, quindi non ha confermato la presenza e la legalità dei suoi interessi e non può essere la parte a cui è presentato il diritto all’appellazione”. Siccome tutto scritto in questo documento è la verità, sorge una questione – per che ragione giuridica è stata accolta la querela ?

La risposta non è stata ricevuta fino a questo momento. Quando leggiamo la querela di Scividkoi sorge ancora una questione – perchè lì non sono indicati i beni (nº288 quadri di Nicolai e Svetoslav Roerichs) di cui prende l’interesse il signor direttore del FAKK? Ritengo, perchè sotto le formule poco chiare della querela si può nascondere non solo i quadri, ma tutto il patrimonio di cui proprietario è  il Centro Internazionale dei Roerichs. A Scividkoi è già riuscito in modo notevole ad ottenere lo scopo. I tribunali dell’Arbitrato di Mosca non hanno dato tre volte corso alla domanda del CIR nei 2001-2002 . Si trattava della restituzione dei quadri sopraindicati al proprietario legale. Scividkoi e gli arbitri mediante la sostituzione del soggetto giuridico non hanno provato, ma solo affermavano che il CIR era un’altra organizzazione, non è quella a cui aveva trasmesso il patrimonio dei suoi genitori Svetoslav Roerich. E tutto questo è passato per tre istanze dell’Arbitrato della città di Mosca. Quando ci siamo rivolti alla Camera di contabilità per risolvere il nostro problema, lì non hanno fatto attenzione ai nostri documenti, però hanno preso in considerazione la lettera di Scividkoi, in cui c’era l’informazione menzognera sul CIR. Incantati di questa informazione i dirigenti della Camera di contabilità neanche hanno fatto attenzione al nostro avviso, che una parte notevole dei quadri era stata sparita dalla collezione e può darsi, di certi quadri erano stati sostituiti.

 

“Il cane poteva crescere...”

           

Ricordate la poesia di S.Marsciak “Una signora lasciava in deposito...” ecc. Il suo cane è sparito durante il viaggio ed è stato sostituito da un cane randagio che era alla  mano. Una spiegazione era magnifica. “Durante il viaggio il cane poteva crescere”. È la stessa cosa  con la nostra collezione, però  non è aumentata, invece è diminuita o si è restretta.  A proposito, ciò aggrava la situazione inerente alla collezione.

Ma torniamo alla querela d’ispezione  presentata da Scividkoi al Presidium della Corte di giustizia di Mosca. Questa querela con l’affermazione falsa che il Ministero della cultura rappresenta il proprietario (lo Stato), era non solo accettata,  ma la richiesta di Scividkoi era soddisfatta. Il 18 dicembre del 2003 il Presidium in presenza del Presidente della Corte di giustizia di Mosca Egorova ha preso la decisione seguente: “È da annulare la decisione del tribunale di distretto Hamovniky della città di Mosca del 6 agosto 2002 e da sottomettere l’affare ad una nuova considerazione presso lo stesso tribunale, ma con una nuova formazione”. La formalizzazione giuridica dell’immissione del CIR in possesso del patrimonio, trasmesso a questa struttura da S.Roerich, è stata annulata. Dalla pelle di zigrino del campo di diritto non è rimasto che un piccolo pezzatino. E questo pezzatino consisteva nel rigiudicare la causa e la decisione del tribunale rionale di Hamovniky. Questa rivisione del processo poteva essere soltanto da punto di vista giuridico come in favore del CIR, così in favore di Scividkoi. La prima udienza su quest’affare è cominciata nel mese di febbraio 2004 e l’ultima ha avuto luogo il 13 ottobre del 2005. Il Processo ha durato un anno e otto mesi. In questo periodo sono state determinate le posizioni delle parti contendenti. Il CIR ha esibito i documenti: la disposizione testamentaria di S. Roerich, l’allegato a questo documento, scritto da S. Roerich riguardante il fatto che il CIR era successore legittimo del Fondo Sovietico dei Roerichs, in conformità di cui S.Roerich trasmetteva al CIR tutti i diritti per il patrimonio dei Roerichs, come pure la conclusione di perito, fatta dall’avvocato capo della Corte Suprema dell’India sig.Sciarma contro i documenti di S.Roerich. La capacità legale giuridica dei documenti è stata confermata. È stata trasmessa anche la conferma,  che       nº 282 quadri della collezione dei Roerichs non erano stati registrati nella parte Statale del Fondo dei musei della FR. Per quanto riguarda Scividkoi, non ha esibito nessun documento che confermava i diritti di proprietà del Ministero della cultura a qualunque parte del patrimonio dei Roerichs.

Nel risultato fino all’autunno del 2005 la Corte di giustizia non esaminava che i problemi di procedura e non si è ancora messa ad entrare nel nocciolo della causa. È sorta ancora una questione che chiedeva una spiegazione dalla parte indiana. Il nostro avvocato non ha potuto assistere al tribunale fissato per il 13 ottobre perché era partito per la Corte Supremo dell’India. Il tribunale rionale di Hamovniky era stato avvertito, ma non l’ha preso in considerazione. Qualche giorno prima dell’udienza di ottobre il giudice è stato sostituito senza alcuna ragione e la domanda dei rappresentanti del CIR di rimandare la data della corte giudiziaria non è stata accolta. Le azioni del tribunale di distretto Hamovniky che succedevano, erano illegali. I resti della pelle di zigrino sono completamente spariti il 13 ottobre del 2005. L’udienza è stata passata senza l’avvocato del CIR ed i suoi rappresentanti. Era una sensazione, che qualcuno forte e minaccioso ha intervenuto nel procedimento normale e l’ha dato all’affare un’altra piega, così necessaria per quella persona. L’ultima udienza è stata finita con una frase minacciante della Decisione: ”La causa civile Nº2-227/05 secondo la domanda dell’organizzazione Internazionale nongovernativa  “il Centro Internazionale dei Roerichs” di costatare il fatto inerente all’immissione in possesso del patrimonio deve essere respinta”. Ecco. Perché la domanda è respinta, non è chiaro dalla Decisione. Non è chiara che una parte costatante di questa Decisione. Voglio citarla, perché  ci dà la possibilità di capire cosa è successo in realtà.

L’organizzazione internazionale nongovernativa  il “Centro Internazionale dei Roerichs”,- è scritto nella Decisione,- è ricorsa alla giustizia con la domanda di costatare il fatto inerente all’immissione in possesso del parimonio dopo la morte di Svetoslav Roerich”.

Nella sua istanza il domandatore ha chiarito che  sulla base di Decreto del Consiglio dei Ministri dell’URSS Nº950 del 4 novembre 1989 è stato creato il Fondo Sovietico dei Roerichs (SFR), di cui lo Statuto è stato ratificato dalla Conferenza Costituente del SFR il 2 ottobre del 1989.

Svetoslav Roerich ha trasmesso al Fondo tutti i beni dei genitori e del fratello che ha conservato, inclusi i quadri, diari e libri. I beni  sono stati consegnati in conformità della Disposizione testamentaria di S.Roerich e dell’atto di consegna del 23 aprile 1991. Il punto 5 della Disposizione dice che tutte le parti del lascito numerate negli Allegati, rimarranno presso il Fondo Sovietico dei Roerichs e dopo la sua morte apparteneranno esclusivamente al Fondo Sovietico dei Roerichs. Questi beni indicati nella Disposizione testamentaria e negli Allegati sono trasportati nell’URSS nel 1991 e sistemati negli archivi, nel museo, nella biblioteca e negli altri reparti del Fondo. Siccome Svetoslav Roerich aveva cittadinanza indiana e viveva in India, la disposizione testamentaria è stata legalizzata da un notaro indiano e dal console del Consolato generale dell’URSS  a Madras in India.

Di fatto alla sua vita tutto il patrimonio della sua famiglia, che si trovava nei limiti dell’ex URSS, era già consegnato al Fondo dei Roerichs.

In settembre del 1991 il Fondo Internazionale dei Roerichs è stato riorganizzato e denominato  nella struttura internazionale nongovernativa “Centro Internazionale dei Roerichs” a causa di cambiamenti successi nel paese e di modifiche nella legislazione. In vita di S.Roerich nessun altro testamento tranne quello indicato nel  punto 5 della Disposizione, neanche in un’altra forma, era compilato. Benchè in realtà il Centro internazionale  dei Roerichs abbia preso il lascito,  ne disponesse, lo protegesse, organizzando la guardia, ciò non era formalizzato giuridicamente. Il domandatore chiede la corte giudiziaria di costatare il fatto dell’immissione del Centro Internazionale dei Roerichs in possesso del patrimonio dopo la morte di S.Roerich”.

 

 

A chi possiamo rivolgerci ?

 

Dunque, che cosa è successo nel tribunale rionale di Hamovniky ? Perché  ha infermato la sua decisione per nessun motivo e non solo questo, ma anche ha fatto quello che gli richiedeva il signor Scividkoi ? No, non sono sbagliata, non era l’istanza d’ispezione della corte giudiziaria della città di Mosca che ha presentato l’alternativa della ridecisione al  tribunale di distretto Hamovniky, ma proprio il signor Scividkoi. Non credo che agisse direttamente. Come sempre mediante degli intermediari. Quanto al frammento sopracitato della seconda Decisione, diventa chiaro, che la decisione dello stesso tribunale di distretto Hamovniky riguardante il “fatto d’immissione del Centro Internazionale dei Roerichs in possesso” del patrimonio trasmesso da Svetoslav Roerich, è completamente legale.

Leggendo e rileggendo la Decisione dello stesso tribunale vedo che la sua parte notevole è dedicata alla giustificazione, perché  l’udienza della corte giudiziaria del 13 ottobre 2005 ha avuto luogo senza l’avvocato ed i rappresentanti del CIR. Oso affermare che tutto ciò non è persuasivo. Ecco un esempio dell’argomentazione giudiziaria: “Il rappresentante del domandatore l’avvocato M.Repnikov ha presentato un’istanza, in cui chiedeva di rimandare l’udienza, perché si trovava in missione  all’estero. Intanto il tribunale non può considerare il fatto di essere in missione come una assenza giustificata”. La corte giudiziaria ha riconosciuto, che questa ragione non era giustificata, malgrado che la missione dell’avvocato Repnikov in India fosse legata con il problema di procedura di questo processo. Visto che questo problema viene risolto nel consultarsi con la Corte Supremo dell’India, dettare la data di visita a questa Corte sarebbe almeno non corretto ed impossibile. Se un nuovo giudice del tribunale di distretto Hamovniky non lo capiva , era impossibile aiutarlo. L’unico motivo, se si può chiamarlo così, per prendere la Decisione sopramenzionata era il fatto che “ la persona ineressata” (ora FAKK e il sig.Scividkoi –L.Sciap.) ritiene che il lascito contestabile appartiene di diritto della proprietà alla Federazione della Russia” Ricoprendosi delle parole, le quali non sono prove, il giudice, sostituito nell’ultimo momento, poco informato, tuttavia capiva che il diritto della proprietà non era provato da nessun documento. In tal modo, per il momento mediante dei raggiri di ogni genere e una menzogna diretta prima del Ministero della cultura, poi nell’istanza d’ispezione della corte della città di Mosca e di nuovo nel tribunale rionale di Hamovniky la formalizzazione giuridica dell’immissione del CIR in possesso del patrimonio lasciato a questa struttura nongovernativa  da S.Roerich, non è stata giudicata e non è stata confermata. Però, se è così , allora il CIR è privato illegalmente del diritto non solo alla collezione di nº 288 quadri di Nicolai e Svetoslav Roerichs, appartenente al CIR, ma anche può privarsi di tutto il patrimonio, che con l’aiuto di cosidetto “diritto” può passare nelle mani dei funzionari incoscienziosi e cupidi, fra cui il sig. Scividkoi ha tutt’altro ruolo che ultimo. Al  suo tempo Svetoslav Roerich ha presentato alla Russia e al suo popolo un patrimonio prezioso dei suoi genitori. Per arricchire e sviluppare la cultura del nostro paese e non per i signori Scividkois, i quali trovandosi per caso nello spazio di questa cultura, sono guidati dagli interessi che non hanno nessun rapporto a questa cultura.

Penso che dopo questo articolo il signor Scividkoi sporga querela contro di noi. I fatti testimoniano, che l’attenenza di Scividkoi per le querele contro le organizzazioni culturali e uomini di cultura non è esaurita, sopratutto nel tempo, quando il diritto e i giudici perdono la loro predestinazione di lottare per la giustizia. A chi possiamo rivolgerci?  A nessuno tranne  la Russia e il suo popolo. Su chi possiamo contare ? Unicamente su di noi stessi e sulla speranza che comunque sia, verrà il giorno, quando la nostra cultura si libererà dai funzionari distruttori e aumenterà il potenziale creativo nel suo spazio. E allora il CIR e il Museo di Nicolai Roerich avranno la possibilità legale di lavorare tranquilli, svilupparsi in modo creativo e  dimenticare  finalmente come un sogno terribile i Scividkois, che esistevano una volta, ma sono caduti nell’oblio con tutto il male, il quale dovevano sopportare la Russia martire e la sua cultura ricca e rara. Visto che ciò non è ancora successo, dobbiamo lottare per loro e proteggerle dai funzionari indegni e anche poco colti in tutti i campi del nostro gran paese.

  

 


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